Quando ci si approccia alla coltivazione della cannabis, è fondamentale prendere in considerazione anche la qualità dei semi. Cosa bisogna fare per controllare la qualità dei semi di cannabis?

Esistono diversi criteri utili al proposito. Se vuoi sapere qualcosa di più in merito, non ti resta che seguirci nella guida che abbiamo preparato per te.

Aspetto esteriore

Parlare di salute dei semi di cannabis significa prendere in considerazione prima di tutto il loro aspetto. I semi in buona salute sono abbastanza facili da distinguere rispetto a quelli che hanno invece dei problemi. In linea di massima, i semi di cannabis sani sono caratterizzati da un guscio di colore scuro.

Generalmente, le tonalità più diffuse sono il marrone e il grigio. Fondamentale è ricordare che alcune varietà di cannabis, quando i semi sono sani, si contraddistinguono per una cromia molto simile a quella del manto di una tigre.

Durezza

Un altro criterio da considerare quando si parla della salute dei semi di cannabis riguarda la durezza. I semi più sani sono particolarmente duri al tatto. Per controllare la situazione basta solo posizionare il seme di cannabis tra il pollice e l’indice, esercitando una leggera pressione.

Se il seme è sano, dovrebbe resistere alla suddetta pressione. I semi che hanno problemi non resistono a questa leggera pressione.

Perché non vale proprio la pena considerarli? Per il semplice motivo che, quasi sempre, si tratta di semi troppo vecchi che hanno passato il loro momento migliore e che non possono garantire praticamente nulla di soddisfacente a chi coltiva.

Prima di effettuare questo piccolo test bisognerebbe controllare la presenza di piccole rotture o crepe sulla superficie. In questo caso, ribadiamo, ci si trova davanti a un seme che non ha nulla di sano.

Un’altra chicca da professionisti: quando ci si trova davanti a un seme di cannabis sano, si rimane colpiti dal suo aspetto lucido, che ricorda molto quello della cera. Per aiutarsi da questo punto di vista è utile posizionare il seme sotto una fonte luminosa. Se è sano, appare lucente in superficie.

Abbiamo parlato di semi troppo vecchi, ma è bene considerare anche quelli giovani e poco maturi. Questi ultimi, in linea di massima, hanno un aspetto caratterizzato da colori come verde e bianco. Definirli non sani sarebbe sbagliato ma è bene ricordare che è molto difficile che germinino.

Altri criteri

controllare qualità semi di cannabis

I criteri per capire se i semi di cannabis sono in salute non finiscono certo qui. Ne esiste un altro tanto utile quanto semplice: controllare se il seme galleggia. Per appurare la situazione, bisogna riempire un recipiente con acqua pulita, meglio se distillata. A questo punto, si posizionano i semi sulla superficie dell’acqua.

Cosa bisogna fare dopo? Allontanarsi per un’oretta circa e tornare a controllare. Se i semi di cannabis sono affondati e si sono depositati sul fondo del recipiente, allora vale la pena piantarli. Quelli che invece galleggiano molto probabilmente non sono sani. Molto importante è eseguire questo test prima di far germogliare i semi. I suddetti, infatti, andrebbero conservati in un luogo asciutto e pulito.

La conferma definitiva

Per avere la conferma definitiva in merito alla salute dei semi di cannabis si ha quando li si lascia germogliare. Se in condizioni ideali per quanto riguarda il terreno, la temperatura, la luce e l’umidità il seme non germoglia, allora significa che non è sano.

L’importanza del fornitore di semi

Per avere maggiori garanzie in merito alla salute dei semi di cannabis, molto importante è anche scegliere bene i fornitori. Se si prendono come riferimento realtà affidabili, è molto più probabile trovarsi con dei semi sani.

Concludiamo con un veloce cenno ai cosiddetti semi trovatelli, che molti fumatori scoprono con piacevole sorpresa all’interno della loro busta d’erba. Cattiva notizia: non si tratta di un buon segno. Come mai? Perché quasi sicuramente il coltivatore non ha fatto bene il suo lavoro, permettendo alle piante femmina di essere impollinate da un maschio.