tricomi cannabis

Cosa sono i Tricomi e perché sono importanti per chi coltiva, produce e usa la cannabis? Semplice: senza i tricomi, non ci sarebbe nessun utilizzo possibile di questa pianta tanto speciale. È grazie ai tricomi se la cannabis si può usare per scopi medici, analgesici, anche per scopi personali, per animare le serate tra amici e così via.

Sono loro, i tricomi, l’essenza della cannabis…sono un indicatore prezioso dei tempi e dei modi in cui bisogna coltivare e raccogliere i frutti della pianta. Insomma sono forse la parte più importante di tutte… eppure non li vedete.

La parola “tricoma” viene dal greco e significa “crescita di peli”. Somigliano in effetti a dei peli, se li guardate ingranditi al microscopio, ma sono in realtà dei micro cristalli.

Il ruolo dei Tricomi nella Cannabis

Non confondete i tricomi, quasi invisibili, con i pistilli del fiore di cannabis che invece sono ben visibili a occhio nudo. I tricomi sono dei microscopici filamenti cristallini che si trovano soltanto nei fiori della pianta femmina e sono loro a produrre le resine da cui si ricavano gli acidi (THC o CBD) che rendono la cannabis quello che è.

A seconda del tipo di resina che viene prodotta si estraggono le sostanze più potenti in termini allucinogeni (THC) oppure più utili alla terapia medica (CBD) per fabbricare i prodotti derivati dalla cannabis. Una pianta di cannabis senza tricomi, o una pianta con tricomi poveri di resina, non sarà mai utilizzabile né per scopi medici né per scopi personali.

Ma i tricomi sono anche una difesa naturale per la pianta, che grazie alle loro resine si ripara dai raggi UV del sole e dagli attacchi di insetti e parassiti che potrebbero alterarla.

Quanti tipi di Tricomi esistono?

I tricomi individuati da chi studia la cannabis sono tre: tricomi bulbosi (piccole dimensioni e poca diffusione), tricomi sessili (dimensioni più grandi, diffusione più estesa sulla pianta), tricomi capitati peduncolati. I più grossi sono gli ultimi, e dunque sono questi che producono più sostanza resinosa e sono infatti i più amati e usati da chi coltiva la cannabis per mestiere.

In base alla fase di crescita e fioritura della pianta, poi, esiste un segnale che indica quando il tricoma è pronto per la produzione di resine acide.

Se i cristalli sono ancora trasparenti, sono poveri di THC e di CBD dunque quasi inutili; se sono opachi o ambrati indicano una notevole ricchezza di acidi allucinogeni e si possono raccogliere; in certi casi possono essere misti, sia trasparenti che ambrati, e in quel caso hanno effetti forti ma controllati.

Come utilizzare i Tricomi della cannabis

i tricomi della marijuana

Sono diversi gli usi che si possono fare grazie ai tricomi della cannabis. Abbiamo già detto che sono i tricomi a produrre le resine cariche di acidi con i quali si producono tutti gli estratti.

Se le resine sono più ricche di CBD il prodotto che verrà creato sarà usato per i tanti scopi medici che si stanno riscoprendo, in questi anni, legati alla cannabis: antidolorifici, anti nausea, anti spossatezza, ottimi contro la mancanza di appetito, contro i dolori cronici o da chemio, ottimi anche contro la depressione e gli stati ansiogeni e per i malati terminali.

La ricchezza di acidi THC invece viene utilizzata per produrre quelle sostanze che provocano effetti allucinogeni diretti sul cervello. Di norma si tratta di effetti rilassanti e stordenti, che ovviamente non devono essere eccessivi per evitare danni collaterali.

Lo studio delle proprietà dei tricomi sta aiutando la scienza a migliorare i farmaci a base di cannabis, ma anche a inventare nuovi modi di utilizzare e gustare questi prodotti: la cera, lo shatter, i cristalli da “fumare” sono solo un esempio.

I tricomi determinano anche la validità e la bontà di certe tisane alla cannabis, di alcune ricette di cucina che ormai la contemplano come protagonista, e perfino solventi (o tinture) a base di estratti di cannabis!

Come si studiano i Tricomi?

Se volete coltivare cannabis, o se volete soltanto capire come funzionano i tricomi, dovete sicuramente fornirvi di un ottimo microscopio e imparare ad usarlo bene. Solo con questo strumento, infatti, si possono visualizzare questi invisibili cristalli a forma di capello che proteggono i fiori della pianta femmina da ogni aggressione esterna.

Imparare a osservare i tricomi significa diventare esperti nel raccolto della cannabis, capire come e quanto una pianta sia ricca di acidi e per quale scopo usarla. Ma significa anche capire come funziona, di fatto, la pianta della cannabis. Un lavoro interessante anche per chi ama studiare la biologia delle piante senza altri scopi.

Sicuramente, per chi coltiva, la buona conoscenza dei tricomi della cannabis fa la differenza tra un raccolto redditizio e un fallimento. Dunque niente scelte facili e progetti alla leggera, gli esami non finiscono mai e i tricomi sono un esame durissimo da superare. Ma non impossibile.