quanto rimane in circolo il thc?

In molti si chiedono per quanto tempo rimane in circolo il THC nell’organismo. Questo cannabinoide uno dei più importanti componenti psico attivi della piante è presente sopratutto nelle foglie della cannabis. Minore è invece la sua concentrazione all’interno dei semi o dei rami.

Il THC, come gli altri componenti e cannibinoidi presenti nella cannabis agiscono sull’organismo e rimangono in circolo per diverso tempo. Le tracce di THC non sono però percepibili allo stesso modo o per lo stesso periodo, queste infatti si dissolvono prima nel sangue, ad esempio, rispetto che nelle urine.

Spesso le tracce di THC sono il modo migliore per scoprire se si è consumato marijuana in un determinato periodo. In alcuni casi, questi test sono effettuati sui dipendenti di alcune aziende private nel mondo. In Italia, questo test viene effettuato al Sert, il servizio per le tossicodipendenze oppure può essere fatto in ospedale, nel caso il test venga richiesto dalle forze dell’ordine su un particolare individuo in stato di fermo.

Quanto tempo rimane in circolo il THC  nel sangue

Uno dei principali esami che viene effettuato per il controllo delle tracce di THC è quello del sangue. Di solito quest’esame prevede di rintracciare il consumo di marijuana nel breve periodo. Il tempo in cui rimane in circolo questo cannabinoide all’interno del sistema sanguigno non è uguale per tutti.

Alcuni soggetti riescono a liberarsi prima delle tracce di THC, mentre per altri ci potrebbe volere più tempo. Il ritmo di espulsione dal sangue di questo componente dipende dal metabolismo e dal grasso corporeo dell’individuo. Inoltre bisogna considerare anche la qualità dell’erba che si è consumata e la quantità, perché più si fuma di frequente più il THC e i metaboliti rimangono nel corpo anche dopo la fase psicoattivi. Inoltre, se si fuma con frequenza queste sostanze possono raggiungere un livello alto e facilmente rintracciabile, in quanto rimane un residuo costante all’interno del sistema sanguigno.

Anche se spesso viene utilizzato questo test, comunque bisogna considerare che l’esame del THC nel sangue non sia adatto a scoprire realmente il consumo di un fumatore abituale. Il massimo di giorni per il quale è possibile rilevare la presenza di questa sostanza tramite un’analisi del sangue è di un giorno. In poche parole se si smette di fumare per 2 giorni prima del test, molto probabilmente non si riuscirà a riscontrare nessuna traccia della sostanza psicoattiva.

Quanto rimane in circolo il THC nell’organismo:  urine e saliva

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Il test delle urine e della saliva sono quelli più attendibili per scoprire le abitudini di un fumatore di marijuana abituale. Il test della saliva è tra i più semplici e meno costosi, in questo caso le tracce di THC riescono a permanere all’interno della saliva anche per 4 giorni. Per esattezza però dobbiamo dire che l’esame della saliva serve per scovare la metabolita prodotta dopo l’assunzione di cannabis, quindi la THC-COOH e non le tracce vere e proprie di THC.

L’esame delle urine è invece il più affidabile perché permette di controllare i livelli di metaboliti generati dal fegato dopo che questo è entrato in contatto con il THC. Se si ricerca solo il THC nelle urine, questo permane circa una ventina di giorni dopo l’ultimo consumo. I livelli di  THC-COOH rilevabili via analisi capillare invece possono permanere per ben 90 giorni nell’organismo.

Dunque in conclusione il THC rimane in circolo nell’organismo per circa un mese, mentre i suoi metaboliti rimangono nell’organismo per quasi 90 giorni. Gli esami capillari per rilevare i livelli di THC-COOH sono al quanto rari e vengono effettuati solo sotto specifica richiesta del medico. Di solito dunque i test principali per rintracciare il THC sono quello delle urine, del sangue o della saliva.

 

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