semi di canapa

Vuoi saperne di più sui semi di marijuana? Benissimo, partiamo!

Innanzitutto dobbiamo fare delle distinzioni riguardo le varie tipologie di semi esistenti. Questi si distinguono in Normali (o Regolari), Femminizzati e Autofiorenti. 

I semi di marijuana Regolari, si trova anche la dicitura “Reg”, sono semi di piante di marijuana che potranno essere sia maschio sia femmina, con una percentuale di probabilità non definita. Le Regolari sono piante stagionali, come abbiamo detto quindi vivono di fotoperiodo.

I semi di marijuana Femminizzati, definiti anche “Fem” sono semi che genereranno sicuramente piante femmina, o almeno al 99,9%. Questi semi vengono infatti precedentemente trattati e le piante anche in questo caso saranno stagionali.

I semi di marijuana Autofiorenti invece si distinguono in Autofiorenti Regolari e Autofiorenti Femminizzati.

I primi sono semi regolari, quindi che potranno crescere sia maschi sia femmine, ma autofiorenti: cresceranno infatti indipendentemente dal fotoperiodo e generalmente ci metteranno tra i due e i tre mesi.

Gli Autofiorenti femminizzati invece sono semi che svilupperanno una pianta femmina, ma appunto autofiorente, quindi che ancora crescerà indipendentemente da fotoperiodo. Ma vediamone le caratteristiche più nello specifico.

I semi di marijuana regolari (o normali)

I semi di cannabis normali o regolari, quelli di cui non si può controllare il sesso, sono quelli probabilmente meno utilizzati al giorno d’oggi ma sicuramente i preferiti dei coltivatori old school che puntano tanto sul rispetto della natura della pianta.

I semi regolari poi consentono sicuramente di riprodurre le piante producendo ibridi con i maschi e le femmine presenti in un assortimento di regolari. Detto ciò la produttività rimane limitata, proprio perché senza avere il controllo delle piante potrebbero essere tutte maschio.

I semi di marijuana femminizzati

I semi di cannabis femminizzati invece nascono proprio per ovviare a questo problema e garantire lo sviluppo di piante femmine. Nati alla fine degli anni ‘90, inizialmente tali semi producevano piante con alcuni problemi qualitativi, come l’ermafroditismo, e poco stabili.

semi di marijuana femminizzati

Con il tempo poi però si sono perfezionati e hanno innescato una vera rivoluzione nel mondo della coltivazione raggiungendo altri livelli nella qualità, sostituendo grosse percentuali dei regolari sul mercato.

Considerando quindi che l’ibridazione non è sempre il principale obiettivo dei coltivatori, ma piuttosto produrre grandi quantità di ottima qualità, questi semi sono diventati i più diffusi: se in USA i semi di cannabis regolari vengono ancora utilizzati, in Europa il 95% del mercato è occupato dai femminizzati.

Il lato positivo quindi dei semi di marijuana femminizzati è il fatto che garantiscono dei raccolti totali, tuttavia non producendo piante maschili di marijuana non sarà possibile procedere con la produzione degli stessi semi. Il grande utilizzo dei femminizzati però potrebbe portare ad un appiattimento e mancata sperimentazione da parte dei coltivatori. Oggi esistono tantissime qualità di semi femminizzati e difficilmente possono soffrire di ermafroditismo.

I semi di marijuana autofiorenti

I semi di marijuana autofiorenti poi, come abbiamo detto, fioriscono in meno spazio, tempo e necessitano di minori cure degli altri. Questi semi infatti nascono per i coltivatori meno esperti, ma arrivando a livelli qualitativi analoghi agli altri sono ormai una alternativa molto apprezzata.

Sono semi che ci mettono al massimo due mesi a fiorire, a seconda della varietà anche meno. Inoltre le piante di marijuana crescono più piccole rispetto alle femminizzate o alle regolari, sono quindi più maneggevoli, più facili da mantenere, anche se vuol dire un raccolto minore.

Oltre a essere più facili proprio da gestire, coltivare e curare, possono infatti essere poste sia all’esterno sia all’interno e in questo secondo caso non hanno bisogno di cambiare il fotoperiodo.

 

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