L’8 novembre 2016 anche in California e Massachusetts è stata legalizzata la cannabis ad uso ricreativo, facendo la stessa scelta di Alaska, Colorado, Oregon, Stato di Washington e Washington DC in cui la marijuana è legale già da tempo.

Le proposte sono state approvate con il 54% per la Question 4 (Massachusetts) e il 56% per la Proposition 64 (California), ma si è votato anche in Maine, Arizona e Nevada.

Cosa prevede il disegno di legge sulla legalizzazione della Marijuana in questi stati americani?

Il disegno di legge su cui molti americani sono stati chiamati a decidere riguardava quindi la legalizzazione per l’ uso ricreativo, il possesso, la coltivazione e la vendita di cannabis. La possibilità di consumo sarà comunque limitata e gestita in maniera analoga a quella per il consumo di alcolici. La marijuana infatti potrà essere consumata solo dai maggiorenni, quindi dai 21 anni in su, non sarà possibile fumarla in molti posti pubblici o assumerla prima di mettersi alla guida.

Il possesso della marijuana sarà limitato a un massimo di 28,5 gr (8 gr se concentrata) per persona, per la coltivazione personale il limite è invece di 6 piantine e ovviamente verrà tassata. Inoltre nel disegno di legge sono illustrate anche le linee guida per la qualità, confezionamento ed etichettatura.

Per le licenze di vendita sarà applicata l’accisa del 15% e le amministrazioni locali avranno il potere di regolamentare le attività.

Infografica referendum cannabis Fonte: Pagina 99

Infografica referendum cannabis
Fonte: Pagina 99

La situazione attuale in California

In California per altro i fondi raccolti attraverso le tasse verrebbero depositati nel fondo di imposte sulla marijuana e parte del denaro destinato a sovvenzionare dei programmi per i giovani che includerebbero la prevenzione dell’abuso di questa sostanza, l’educazione e il trattamento della dipendenza. Delle piccole quantità di denaro sarebbero poi anche destinate anche a risolvere alcuni disastri ecologici prodotti dalle coltivazioni illegali.

La California fu inoltre il primo Stato in USA a legalizzare la marijuana ad uso terapeutico nel 1996 e ad oggi con queste vittorie al referendum il 21% degli americani, il 12% solo in California, vive in paesi in cui l’uso ricreativo è legale. Secondo un sondaggio Gallup sono poi 6 americani su 10 a favore della legalizzazione: la cannabis infatti non è più vista come droga pericolosa, anzi è considerata molto meno dannosa dell’alcol.

A proibire l’utilizzo della marijuana sarebbe una legge federale, divieto rafforzato dal “Comprehensive Drug Abuse Prevention and Control Act” del 1970, una legge approvata sotto la presidenza di Richard Nixon. Secondo tale legge la marijuana e il suo principio attivo, il THC, sono inclusi nella categoria più alta delle sostanze pericolose (la legge prevede cinque categorie, distinte per gradi di pericolosità).
Con il referendum però sono state inserite leggi statali autonome che permettono di depenalizzare, in questo caso ad uso ricreativo, in molto stati già da anni per uso terapeutico.

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Il timore dei coltivatori attuali è il rischio di monopolio e l’arrivo di grandi Corporation che potrebbero portare alla fine dell’utilizzo medico. I coltivatori avrebbero infatti voluto una legge “più bilanciata”, che salvaguardasse appunto il settore medico e che regolasse in business dell’uso ricreativo, per non rischiare di finire come lo Stato di Washington, in cui il campo medico si è drasticamente ridotto.

Dall’altra parte però sarà possibile costruire un sistema più sicuro per il consumo e per la tutela dei minori, soprattutto rispetto al mercato nero.

Gli aspetti economici della marijuana legale in America

Non si tratta più solo di legalizzazione, ma della creazione di un mercato regolamentato e di tutela dei consumatori, ma anche di importanti aspetti economici. Uno studio dell’University of Pacific di Stockton dimostra infatti che solo in California dopo il SI al referendum si stimano 20.000 nuovi posti di lavoro, mentre in generale si conterebbero entrate per almeno 1 miliardo di dollari all’anno.

Nel 2015 le vendite della marijuana legale in America sono cresciute a 5,4 miliardi di dollari (+17,3% rispetto al 2014) e nel 2016 il mercato viene stimato in 6,7 miliardi (addirittura +24% sull’anno passato). Insomma per adesso è un settore che non conosce crisi.

Sono infatti ormai di più gli Stati americani in cui la cannabis ad uso terapeutico e/o ricreativo è legale, piuttosto che gli Stati in cui non lo è, che sono poi sono soprattutto quelli del “Vecchio Sud” e qualche altro Stato sparso a macchia di leopardo sulla carta geografica.

Mentre in Italia ancora si discute, negli Stati Uniti è sempre più vicino il punto di svolta: è stato infatti un solo stato a non voler legalizzare in questo referendum, l’Arizona, mentre le vittorie negli altri Stati probabilmente hanno sancito l’ennesima partita a favore della cannabis per il Nuovo Continente.

La vittoria del SI in California è probabilmente decisiva per le prospettive future: oggi di fatto l’intera costa occidentale degli Stati Uniti ha legalizzato la cannabis sia per uso terapeutico sia ricreativo. La California inoltre è lo Stato più popoloso degli USA ed è economicamente molto importante; proprio per questo si può credere che approvata la legalizzazione della marijuana in California si potrà verificare un effetto domino positivo anche negli altri Stati e nuove possibili modifiche alle legislazioni federali.

Per approfondire la questione ti invitiamo a leggere questi articoli: Marijuana: Legalizzazione vicina negli USA?Legalità della cannabis: La situazione nel mondo

 

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