In Russia ci sono 147 milioni di cittadini di cui circa 1,5 milioni fanno uso delle sigarette elettroniche e 55 milioni invece sono fumatori delle sigarette classiche. Inutile dire che questo paese costituisce quindi un enorme mercato potenziale per le aziende che si occupano di vaping, che nel 2016 ha superato i 280 milioni di dollari sul mercato!

Benchè in Italia, secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, i consumatori abituali e duali di sigaretta elettronica sarebbero molti di più, ovvero circa 2,5 milioni, a fronte di 15 milioni di fumatori, la Russia pare avere margini di crescita ben più ampi dei nostri. Le previsioni infatti dicono che nei prossimi dodici mesi il mercato potrebbe triplicare, sfiorando addirittura il miliardo di dollari.

Un mercato del vaping in espansione

Il mercato dell’e-cig infatti sarebbe in fortissima espansione in Russia: ci sono circa 1.000 negozi specializzati e 200 webstores che propongono prodotti per il vaping. Non solo, sono recentemente nati anche i Vape-Cafè (circa 240 in tutto il paese), ovvero negozi di sigarette elettroniche che propongono anche un “servizio bar” dove ci si può sedere e provare i diversi dispositivi bevendo un buon caffè.

In Russia circa il 39% della popolazione fuma, per questo probabilmente il mercato del vaping è in fortissima espansione, ma pensiamo anche alla grande popolarità nel paese di strumenti come il narghilè, un prodotto molto simile almeno nell’effetto alle sigarette elettroniche, che però ovviamente sono molto più pratiche anche se meno affascinanti o coinvolgenti.

L’assenza di un regolamento specifico inoltre è uno dei motivi della forte espansione di questo mercato, in un contesto politico che invece controlla e regola rigorosamente l’utilizzo e il consumo del tabacco.

Infatti la nuova legge al vaglio della Duma imporrebbe che i nati dopo il 2015 non possano  – e non potranno mai – acquistare i prodotti del tabacco. Vladimir Putin vorrebbe infatti creare una nuova generazione interamente smoke-free, rendendo così la Russia il primo Paese al mondo ad aver bannato completamente l’acquisto di tabacco ai propri cittadini.

Meno controlli invece sul Vaping

Per il Vaping invece le aziende produttrici possono vendere senza dover sottostare alle regole stringenti della Tpd per l’Europa o della Fda per gli Stati Uniti.

L’unica regolamentazione che per ora è stata approvata è quella sulla tassa imposta sui prodotti del vaping: da gennaio infatti è stata prevista l’introduzione di accise sulle sigarette elettroniche e sui riscaldatori di tabacco.

Da inizio 2017 infatti le sigarette elettroniche sono soggette ad una tassa di 40 rubli per unità (circa 60 centesimi di euro). Per i liquidi, invece, il prelievo fiscale imposto è di 10 rubli (15 centesimi di euro) per millilitro.

In realtà le cifre di cui parliamo non sono ufficiali, perché sono dati indicati  dal presidente dell’associazione degli operatori del settore Maksim Korolev, che si è a sua volta basato sulle informazioni fornite dalle autorità di dogana e le statistiche delle vendite al dettaglio. Nonostante l’incertezza delle fonti, però, Korolev si sente in grado di affermare che nell’ultimo anno il numero degli utilizzatori di sigaretta elettronica in Russia è aumentato di cinque punti, dal 20 al 25 per cento.

Il trend delle sigarette elettroniche in Russia

Ci sono comunque anche molti altri segnali che indicano che quello russo è un mercato pieno di potenzialità per la sigaretta elettronica: ricordiamo la campagna del Partito comunista russo della scorsa primavera per esempio. Per darsi un tono moderno e attirare gli elettori più giovani, il partito ha affidato la comunicazione visual all’artista Igor Petrygin-Rodionov, che trasformò Stalin, Lenin e Marx in una specie di “icone pop”: per rendere accattivante anche Joseph Stalin, non trovò niente di meglio che mettergli in bocca una bella e-cig.