All’interno delle foglie del tabacco vi sono diverse sostanze organiche, queste sono così tante che non tutte sono note ai consumatori. Solo pochi studiosi e biologi conoscono tutte le sue proprietà. Nonostante ve ne siano molto, c’è né una molto conosciuta ossia la nicotina.
La nicotina è una sostanza molto presente all’interno del tabacco, il termine utilizzata per identificarla in realtà deriva dal nome scientifico della pianta. Infatti, la pianta di tabacco in realtà si chiama nicotiana, chiamata così in onore di Jean Nicot, ricercatore francese che nel 1550 decantò gli effetti positivi del tabacco sull’organismo.
Come ben sappiamo, oggi, in realtà il tabacco non ha effetti positivi sulla salute dell’uomo anzi, quindi il ricercatore aveva totalmente sbagliato le sue ricerche. Tralasciando la storia del suo inventore, rimane il fatto che la nicotina è una delle sostanze più presenti nella pianta del tabacco, ma quali sono i suoi effetti sull’organismo?
Come si genera la nicotina?
La nicotina è una sostanza che si genera all’interno delle radici della pianta, questa man mano si distribuisce all’interno delle foglie sino a permanere anche nel momento in cui queste vengono essiccate. A seconda delle varietà di tabacco impiegate, al metodo di essiccazione, qualità del terreno e in base alle condizioni atmosferiche, può cambiare il contenuto di nicotina.
Questa sostanza è molto presente all’interno del tabacco, in realtà però questa si genera anche negli ortaggi, come ad esempio le patate, i peperoni, le melanzane e i peperoni. Naturalmente la concentrazione di nicotina all’interno degli ortaggi è davvero esiguo rispetto a quello che si rileva nelle piante del tabacco.
Gli effetti della nicotina sul fisico
Come è noto a molti, la nicotina è una sostanza che una volta assunta si propaga nel sangue e mediante la circolazione è in grado poi di raggiungere il cervello. Quando raggiunge il cervello, la nicotina stimola la formazione della dopamina. La dopamina da al cervello un senso di piacere e nel tempo di assuefazione.
Oltre alla dopamina, la nicotina favorisce il rilascio anche di altri neurotrasmettitori come l’adrenalina e la serotonina, queste due sostanze danno un senso di euforia, avvertito dai fumatori, che per questo motivo trovano così difficile smettere di fumare.
La nicotina dunque provoca dipendenza fisica, in quanto il nostro organismo una volta che ha provato la sensazione di felicità e tranquillità fornita dalla dopamina non riesce a farne a meno. Quindi per riuscire a mantenere intatti gli effetti della dopamina e stimolarne il rilascio avverte il bisogno di conseguenza dell’assunzione di nicotina.
Il fumo di una sigaretta, specialmente per i fumatori incalliti, porta dunque alla necessità di assumere la nicotina per il rilascio di dopamina nel cervello. Chi fuma poco, comunque, potrebbe avere bisogno di una dose di dopamina minore, quindi sente in minor modo la necessità di una sigaretta rispetto a chi fuma costantemente.
Cosa comporta l’astinenza da nicotina?
L’astinenza da nicotina viene provocata nel momento in cui non se ne assume più. Dunque nel momento in cui il fumatore sceglie di smettere di fumare, il livello di dopamina nel cervello cala velocemente provocando nell’uomo un senso di astinenza.
L’astinenza da nicotina può essere molto difficile da sopportare questo succede perché la richiesta di dopamina da parte dell’organismo è continua, e il cervello ne richiede costantemente provocando sintomi difficili da controllare.
Infatti, il mancato rilascio di dopamina porta in poco tempo l’uomo a essere nervoso, a stressarsi più facilmente e infine può indurre questo anche ad avvertire dolori fisici.
La nicotina comunque, bisogna considerare che sia una sostanza tossica, però non è mai stata provata la sua incidenza sulla generazione di tumori. Infatti, ciò che solitamente porta i fumatori nel lungo periodo a contrarre il cancro ai polmoni è il catrame e il fumo prodotto dalla combustione delle sostanze.
Per riuscire a disintossicarsi dal desiderio della nicotina servono almeno tre settimane, durante questo periodo non si dovrebbe assolutamente fumare per riuscire così a superare le crisi e l’assenza del rilascio di dopamina.