Il THC è un cannabinoide contenuto all’interno delle diverse varietà di cannabis. Al momento, questo è certamente il più conosciuto, specie per il suo effetto psicoattivo sulla mente, e per i suoi potenziali benefici sull’organismo.
THC: cos’è e cosa indica la sigla.
THC è una sigla che tradotta viene letta precisamente: Delta-9-tetraidrocannabinolo! La sostanza deriva da un principio che si trova in natura, e precisamente nei fiori femmina della canapa (la cannabis appunto). Questa sostanza fu isolata per la prima volta a Israele nel 1964, durante una delle prime ricerche sugli effetti del fumo da marijuana.
Il suo effetto euforizzante agisce da anestetico per cui calma il dolore, toglie i pensieri, dona quella sensazione di alienazione che fa star bene. Questa sostanza è più o meno presente a seconda delle qualità di piante di canapa. Infatti, ci sono specie che hanno un basso contenuto di THC, e che solitamente vengono impiegate per la produzione della Cannabis light.
Come funziona il THC?
Il fatto che questa sostanza venga recepita con tanta rapidità dall’organismo ha fatto sospettare, nel corso degli anni, che il corpo umano abbia dei recettori naturali che la assimilano. Questo è stato confermato da alcuni studi scientifici secondo i quali: il nostro corpo produce anche esso sostanze cannabinoidi (endocannabinoidi) esaltate dai recettori CB1 e CB2 del nostro cervello.
La prova di questa interazione tra il THC e i recettori del cervello, è giunta dopo anni di studi sulle sostanze derivate dalla cannabis. Per questo motivo quindi la sostanza avrebbe un effetto distensivo e psicoattivo, in quanto la stimolazione della dopamina scatenata dall’incontro tra THC e i recettori inibisce il lavoro dei neurotrasmettitori.
THC: controindicazioni
Gli studi per capire il THC sono ancora in corso ma fino ad oggi non ci sono prove concrete che il suo utilizzo e l’assimilazione in corpo possa avere esiti particolarmente negativi. Quindi gli effetti psicoattivi che derivano dal THC non comportano problemi di salute più o meno gravi.
Allora perché le piante di Cannabis ad alta concentrazione di THC non sono legali in tutti gli Stati? Le controindicazioni principali del THC infatti, si rivelerebbero negative sulla percezione della realtà, quindi un consumo eccessivo potrebbe dare problemi di stordimento, impedire di guidare e non riuscire a pensare lucidamente.
Le conseguenze di un utilizzo eccessivo e di alte concentrazioni di THC nel sangue potrebbero indurre alla dipendenza, e anche a una serie di controindicazioni dovute alla scarsa capacità di percezione, lucidità e ragionamento sono pericolose in casi particolari come ad esempio: alla guida, o in situazioni in cui bisognerebbe invece essere nel pieno delle proprie facoltà, come ad esempio al lavoro.
A lungo andare, alcuni studiosi sospettano che dosi elevate di THC possano danneggiare i neuroni e alcune funzioni cerebrali. Sebbene su questo punto vi sia disaccordo tra gli scienziati non si può escludere il rischio, a lungo andare. L’eccessiva euforia e rilassamento può avere anche conseguenze pesanti in chi è predisposto a malattie cardiache o in chi è ipoteso. Mescolando la cannabis con altre sostanze come gli alcolici, si potrebbero avere altri effetti collaterali come aritmie, e collassi.
Quali sono i benefici del THC
Il THC anche se in alcune particolari situazioni di abuso può avere delle controindicazioni, in realtà secondo diversi studi in merito, presenta anche diversi benefici. Secondo alcuni scienziati se si assume con moderazione è possibile ottenere un riscontro positivo sull’organismo.
Dosare e controllare il THC permette di ottenere una cannabis curativa che risulta efficace per:
- dolori cronici
- problemi indotti dalla chemioterapia
- nausee tumorali
- sindrome di Tourette
- Sclerosi Multipla
- Forme di epilessia
- Gravi di malattie intestinali come il Morbo di Crohn.
I suoi effetti positivi sono alla base della cosiddetta cannabis terapeutica, questa riesce a fornire risultati specifici che permettono l’interazione benefica tra il THC e i recettori del cervello.
THC: le qualità di Cannabis con i più alti livelli di concentrazione
Tra le varietà di Cannabis, con i più alti livelli di THC al suo interno sono:
Sensi Star: questa è una varietà eccezionale che presenta un livello di THC pari al 20%.
Sativa Afghani Genetic Equilibrium: questa pianta sativa ha un livello di THC che supera il 20%, ma presenta anche un basso livello di CBD.
Strain Hay-Z: questa varietà è un incrocio tra la Neville’s Haze e la Silver Haze, questa presenta un livello di THC pari al 23%.
Critical Neville Haze: questa pianta sativa tropicale presenta un livello di THC pari al 23,5%
Mataro Blue: una specie top di Kannabia conosciuta per alto contenuto di THC, questa presenta un livello pari al 24%.
Jack 47: questa varietà è un incrocio tra la Ak47 e la Jack Herrer, questo ibrido presenta dei valori di THC che variano tra il 18 e il 24%.
Satori: questa pianta presenta effetti psicoattivi molto evidenti, infatti possiede un valore di THC pari al 28%
Tutankhamon: tra le varietà con il valore più alto del cannabinoide è proprio questa specifica selezione di AK 47, che presenta livelli di THC che possono raggiungere il 33%.