Cannabis Ruderalis: Storia, Caratteristiche, Coltivazione ed Effetti

cannabis ruderalis

Molto più simile per struttura e caratteristiche alla canapa da fibra, la cannabis ruderalis non è famosa per il suo contenuto di THC (davvero molto basso, quasi come la cannabis light) ma per il suo contenuto di cannabidiolo (CBD), che la rende estremamente appetibile per la ricerca in ambito medico e farmaceutico.

Non solo: nonostante le concentrazioni di CBD non siano pari alla sua cugina Cannabis Indica, la Ruderalis è un efficacissimo catalizzatore, in grado di aumentare la produzione di CBD delle piante in cui viene innestata o ibridata.

Se vogliamo scoprire qualcosa in più su questa pianta semi-sconosciuta possiamo partire dal nome: ruderalis significa letteralmente “macerie”, nome datogli dalla sua straordinaria capacità di crescere ovunque, facendosi strada fra detriti e rocce.

Una pianta estremamente forte, temprata per resistere alle basse temperature e a condizioni atmosferiche avverse.

Storia della cannabis ruderalis

La cannabis ruderalis è stata studiata per la prima volta nel 1924, quando il botanico Russo Janischevsky notò delle diverse tipologie di canapa da fibra in mezzo al campo, che si distinguevano per forma e per profumo.

Dopo averle studiate si rese conto di trovarsi di fronte a una specie nuova, più selvatica e forte rispetto alla più famosa cugina Sativa: queste piante riuscivano infatti a infestare un campo in maniera molto rapida, facendo soccombere le altre piante di cannabis.

Nonostante la loro altezza non superi mai il metro, queste piccole piante posseggono una tenacia davvero sorprendente, rendendo la coltivazione molto più semplice.

Altri studi condotti sulla pianta nel 2005 rivelarono altre caratteristiche: in realtà la cannabis ruderalis non può considerarsi come una pianta a sé stante, ma nemmeno una sottospecie della cannabis sativa.

Il proprio corredo genetico la porta infatti a essere un ibrido più resistente, frutto della combinazione dei geni della cannabis sativa con quelli della cannabis indica.

Coltivazione della cannabis ruderalis

cannabis ruderalis

La coltivazione della Cannabis Ruderalis richiede molti meno sforzi rispetto alla specie Sativa, perché temprata da un clima molto più rigido e a cure molto meno intensive, con un tempo di maturazione di 10-12 settimane circa, estremamente breve rispetto alle altre tipologie di cannabis.

La cannabis ruderalis non è fotosensibile, e non segue un ritmo imposto dal ciclo di luce somministrato, ma piuttosto cresce affidandosi esclusivamente a un suo orologio biologico interno.

Uno dei vantaggi principali che ne deriva è la sua capacità di essere autofiorente, una fioritura automatica che inizia senza esposizioni continue o prolungate di luce controllata. Ciò abbatte significativamente i costi per la produzione, rendendola una pianta estremamente versatile.

Questa capacità di proliferazione e sbocciatura spontanea l’ha resa un fiore all’occhiello nelle coltivazioni di canapa, adatte anche ai coltivatori meno esperti. Alcuni biologi stanno studiando anche il modo di ibridare le piante di cannabis sativa, conferendogli questa straordinaria capacità fiorente.

Effetti della cannabis ruderalis

Come già sapete la cannabis ruderalis non è coltivata a scopo ricreativo, perché le basse concentrazioni di THC non la rendono adatta ad un uso ricreativo.

Piuttosto possiamo dire che i suoi contenuti di CBD la rendono particolarmente adatta all’utilizzo medico e farmaceutico, in quanto dalle sue infiorescenze vengono estratti oli estremamente utili per un utilizzo rilassante e medicamentoso.

Il cannabinoide CBD è infatti largamente utilizzato per condurre uno stato di rilassatezza totale, con scioglimento dei muscoli contratti ed effetti mentali di relax assoluto.

Per apprezzarne al meglio la qualità e la quantità è però necessario incrociare la cannabis ruderalis con la sua cugina Indica: se quest’ultima possiede in percentuale maggiori concentrazioni di CBD è anche vero che la ruderalis funziona come catalizzatore: è in grado di aumentare esponenzialmente la produzione di CBD se innestata a una pianta di tipo Indica, aumentandone efficacemente le proprietà.