420 ora marijuana

420, ma cosa significa? E perché il numero preferito dei fumatori di marijuana?

Perché in Pulp Fiction alcuni orologi sono fermi alle 4:20?

Sono diverse le leggende che sono state raccontate riguardo alla storia di questo numero e al suo significato. Si dice che 420 sia un codice utilizzato dalla polizia per identificare i reati connessi all’uso di cannabis; che 420 sia il numero dei componenti chimici attivi contenuti nella marijuana (in realtà, sono 315); che 420 sia il numero che si ottiene moltiplicando 12 e 35, i numeri presenti nel titolo della canzone di Bob Dylan “Rainy Day Woman #12 & 35”. È vero che il ritornello della canzone dice “tutti dovrebbero essere fatti”, ma non è questo il motivo per cui 420 è diventato un numero “leggendario”. In realtà nessuna di queste è la vera spiegazione della nascita del 420!

Iniziamo con il dire che dal 420 nasce il giorno della celebrazione dei fumatori di erba, una festa internazionale, il 20 aprile, ovviamente illegale.

I Waldos sono gli “inventori” del 420?

Ma ecco come nasce questo ormai leggendario codice. Tutto è iniziato con un gruppo di amici della San Rafael High School conosciuti come “Waldos” – in onore del loro punto di ritrovo preferito, un muro all’esterno della scuola, a inizio anni ‘70.

vantaggi di fumare cannabis

Un giorno del 1971 (in autunno, il periodo di raccolto) i Waldos scoprirono che un funzionario della Guardia Costiera della zona non riusciva più occuparsi del suo appezzamento di marijuana. Allora i Waldos deciserp, con una vera e propria “mappa del tesoro” a loro disposizione, di occuparsi dell’appezzamento e di raccogliere un po’ di quell’erba gratuitamente.

I Waldos erano tutti giovani atleti: per questo stabilirono il loro punto di incontro davanti alla statua di Louis Pasteur antistante la scuola, alle 4 e 20 del pomeriggio, dopo i loro allenamenti, per dare inizio alla caccia al “tesoro”.

Nonostante le prime incursioni si fossero rivelate un fallimento, il gruppo continuò a cercare la coltivazione nascosta. “Ci Incontravamo alle 4:20, salivamo sulla mia vecchia Chevy Impala del ’66 e, ovviamente, iniziavamo subito a fumare. Fumavamo lungo tutto il tragitto che ci separava da Point Reyes, fumavamo per tutto il tempo mentre eravamo lì. Continuammo così per settimane”, ricorda uno dei componenti del gruppo. “Ma non abbiamo mai trovato l’appezzamento”.

Quello ne nacque, invece, fu una parola d’ordine. Se si dicevano “420” si capivano all’istante. “Ehi, vuoi andare a fumare?, oppure “Ne hai un po’?” o ancora “Sei fatto adesso?”.
È così che questo giorno è diventato una sorta di festa nazionale, in cui i più puristi si ritrovano proprio alle 4.20.

La diffusione del termine 420

Ma la vera domanda è: come ha fatto il 420 a diffondersi in tutto il mondo, partendo da un piccolo gruppo di fumatori californiani? Beh, grazie ai Grateful Dead.

Il padre di Mark Gravitch, uno dei Waldos, si occupava infatti di beni immobili per conto della famosa band e, il fratello maggiore di Dave Reddix, un altro membro dei Waldos, era il manager di una delle band spalla dei Grateful Dead e amico del bassista Phil Lesh.

I Grateful Dead avevano la loro sala prove in Front Street a San Rafael, California. Molto spesso suonavano lì e i Waldos erano solito a darsi appuntamento lì per ascoltare la loro musica durante le prove dei concerti.

waldos 420

I Waldos così iniziarono a frequentare la band ad avere accesso libero sia alle feste sia alle prove deiGrateful Dead e, ovviamente, continuarono a usare la loro espessione “segreta” (420) quando decidevano di fumare: quando qualcuno ci passava una canna, esclamavano “Ehi, 420”. E fu così il codice iniziò a diffondersi negli Usa.

I Grateful Dead fecero un grande tour tra gli anni ’70 e gli anni ’80: si trattava di centinaia di concerti all’anno e fu in proprio quel periodo che il termine iniziò a diffondersi tra i loro fan. Dopo averlo reso di moda nell’ambiente fu la rivista High Times che contribuì alla sua diffusione globale!

I Waldos ovviamente conservano delle prove a sostegno della loro storia. Prove che ora sono state riposte in una camera blindata di una banca di San Francisco: per esempio un ritaglio del giornale scolastico della San Rafael High School, del 1970, dove si racconta di uno studente che affermò che c’era solo una cosa che avrebbe voluto dire alla sua classe di diplomati: semplicemente “4-20”. Ancora una lettera del 1975, da Waldo Dave a Waldo Steve, zeppa di riferimenti al 420. E poi c’è la bandiera ufficiale del 420, che Young dipinse durante l’ora di arte a scuola.

Ad oggi il 420 è un fenomeno globale

Ma la vera popolarità del numero 420 è esplosa con l’avvento dell’era digitale e internet che, insieme alla crescente depenalizzazione della marijuana in molti Stati americani, ha contribuito a creare questo nuovo mito.

Ad oggi il numero 420 è diventato un codice con cui riconoscersi e definirsi: per esempio negli USA, su Craigslist alcuni annunci per coinquilini portano la dicitura “420-friendly”, così come gli “eventi 4.20” si sono diffusi in diverse città americane — da Denver ad Atlanta a New York, da Los Angeles a Las Vegas.

 

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