Il mercato dei prodotti contenenti cannabidiolo (CBD) – la sostanza chimica non psicoattiva e antidolorifica che si trova nella cannabis – negli ultimi anni è esploso, portando sempre più persone verso questa alternativa naturale agli antidolorifici e agli antiansiolitici.

Uno studio recente però, condotto da un team di ricercatori dell’Università dell’Arkansas, ha cominciato a preoccupare i consumatori abituali di CBD, arrivando a far chiedere loro: è vero che il CBD, in dosi elevate, può danneggiare il fegato?

Per rispondere a questa domanda, noi di Smoketrip abbiamo dato un’occhiata ai risultati di questo studio e abbiamo anche parlato con alcuni esperti per verificare se questo studio, condotto sui topi, debba ritenersi valido anche per i fan “umani” del CBD.

Il CBD può danneggiare il fegato? Ecco cosa dice il nuovo studio

cbd

Citando una “mancanza di studi tossicologici completi sulla sicurezza del CBD, che sono fondamentali per un’ulteriore commercializzazione del CBD e dei prodotti che lo contengono”, i ricercatori hanno studiato gli effetti dei vari trattamenti, usando diverse dosi di CBD, su un gruppo di topi che aveva otto settimane.

La maggioranza dei topi ha ampiamente tollerato il CBD, mentre quelli a cui erano state somministrate le dosi più elevate – pari ad un equivalente umano di 200 milligrammi (mg) di CBD – hanno iniziato a mostrare chiari sintomi di tossicità epatica.

Inoltre l’assunzione di dosi ripetute di una minore quantità di CBD – pari all’equivalente umano di 50 milligrammi (mg) – hanno dimostrato di essere sufficienti per causare danni al fegato e segni di gonfiore:

Sebbene una dose di 200 milligrammi non sia applicabile alla maggior parte degli scenari nella vita reale, la stessa fornisce informazioni critiche sulle potenziali conseguenze del sovradosaggio di CBD e sulle dosi necessarie per ulteriori studi di tossicità subcronica e cronica.”

Il nostro consiglio? Non preoccuparti troppo

olio cbd

Tutto ciò suona potenzialmente pericoloso, ma come affermato dalla maggior parte degli esperti che abbiamo interpellato, non c’è bisogno di andare nel panico.

Se da una parte è vero che occorre informare i pazienti sui dosaggi corretti e sui rischi di un uso prolungato e superiore alle dosi consigliate, dall’altra c’è da ricordare che le dosi di CBD a cui sono stati esposti i topi utilizzati nello studio sono nettamente superiori rispetto a quelle utilizzate dalla maggior parte degli esseri umani.

Molte persone sanno che l’assunzione di troppo ibuprofene o Tylenol può avere conseguenze dannose.

Il CBD non è diverso e, in generale, le dosi utilizzate per le terapie vanno da un minimo di 0,5 milligrammi fino ad un massimo di 20 milligrammi al giorno.

Il nuovo studio effettuato sui topi, quindi, è partito con l’idea di utilizzare dosi di CBD più elevate rispetto a quelle che si assumono per il beneficio terapeutico nell’uomo.

Lo scopo, e questo è chiaro, era quello di mostrare gli effetti di dosi più elevate di CBD e di mettere in guardia gli esseri umani dai rischi del sovradosaggio (anche in dosi minime).

In conclusione il CBD utilizzato per fini terapeutici, come dichiarato dagli esperti, è generalmente sicuro, ma come per tutti gli altri medicamenti, è importante non esagerare e non superare le dosi giornaliere consigliate.

CBD: il problema del dosaggio

Attenersi alle dosi giornaliere prescritte sembra essere la via più sicura per il momento, ma ciò non significa che i consumatori di CBD siano completamente salvi.

Può capitare infatti, questo nel caso in cui scelgano prodotti contenenti CBD che non riportano informazioni chiare sull’etichetta, che assumano più o meno CBD rispetto a quanto dichiarato (o meglio, non dichiarato) sulla confezione del prodotto.

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Negli ultimi anni la Food and Drugs Administration, questo negli Stati Uniti, ha inviato numerose lettere ai consumatori per metterli in guardia dal rischio dei prodotti a base di CBD con etichette imprecise o che contenevano piccole tracce di THC, il componente psicoattivo della cannabis.

Come proteggersi da questo rischio?

Ecco alcuni consigli pratici che potranno aiutarti a vivere la tua assunzione di CBD con maggiore serenità e a fare un acquisto più consapevole dei prodotti che lo contengono:

  • Se stai assumendo farmaci per curare una patologia del fegato, prima di iniziare ad assumere CBD o prodotti che lo contengono, consulta il tuo medico. Il CBD infatti, come evidenziato dalla ricerca condotta dagli studiosi dell’Arkansas, può interferire con altri farmaci da prescrizione.
  • Acquista solo prodotti a base di CBD che riportano un’etichetta chiara, che siano stati sottoposti a numerosi test in laboratorio e con indicazioni precise. In questo modo avrai una certezza in più di non superare il dosaggio consigliato, come neppure di assumere una quantità minore e che non apporterà benefici al tuo corpo.
  • Non superare mai i dosaggi giornalieri consigliati.
  • Utilizza i prodotti con moderazione. Con ciò intendiamo che, a meno che la tua condizione non sia permanente, una volta guarito dovresti smettere di fare un uso quotidiano dei prodotti a base di CBD.