Il supporto degli americani alla legalizzazione della marijuana negli Stati Uniti, nel corso del 2019, è rimasto stabile al 66% dopo essere aumentato di 30 punti percentuali tra il 2005 e il 2018.

Secondo quanto rivelato dagli ultimi dati, raccolti durante l’indagine annuale sulla criminalità condotta da Gallup tra l’1 e il 13 ottobre 2019, non solo il 66% degli americani si è dichiarato favorevole alla legalizzazione della marijuana, ma lo stesso risultato era stato ottenuto, sempre durante una ricerca effettuata da Gallup, a maggio 2019.

Gallup cominciò a chiedere per la prima volta agli statunitensi se erano favorevoli, o meno, ad un uso legale della cannabis nel 1969, quando ottenne soltanto il 12% delle affermazioni positive.

Quasi un decennio più tardi, nel 1977, scoprì che il sostegno era già aumentato, raggiungendo la soglia del 28%.

Il risultato non cambiò fino al 1995, quando un altro sondaggio rivelò che il consenso aveva raggiunto il 30%, fino a superare, per la prima volta, questa percentuale nei primi anni Duemila.

Da allora, a distanza di appena vent’anni, la percentuale di americani che sostengono l’uso legale della canapa è più che raddoppiato e con un supporto che sta crescendo sempre di più tra i vari sottogruppi politici.

Poiché l’opinione pubblica è diventata sempre più a favore della marijuana, così come anche la politica statale, a partire da giugno 2019 undici stati, più il distretto della Columbia, hanno legalizzato l’uso ricreativo della marijuana.

Altri ventidue stati, invece, ammettono l’uso della marijuana soltanto a scopo terapeutico.

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Legalizzazione della marijuana negli Usa: fattori chiave di politica, età, etnia e religiosità che stanno cambiando la veduta sulla cannabis

La maggior parte dei sottogruppi chiave, sia politici che etnici e religiosi, adesso preferisce rendere legale la marijuana.

È quanto riscontrato da un sondaggio condotto su più di 3500 adulti e che hanno partecipato per tre volte alle ricerche condotte da Gallup tra il 2018 e il 2019.

Il primo fatto emerso è che non ci sono differenze significative nel supporto alla marijuana per genere, educazione, guadagno, regione e area rurale, urbana o suburbana di residenza – il 60-70% dei membri di ciascun sottogruppo è a favore della legalizzazione.

Le opinioni variano significativamente in base all’ideologia, all’età, alla generazione, all’etnia e alla religiosità.

Ideologia e politica

Gli americani che fanno parte dell’area di sinistra sono più propensi di quelli appartenenti all’area di destra a favorire la legalizzazione della marijuana.

Venticinque punti separano il supporto democratico (76%) da quello repubblicano (51%), mentre gli indipendenti sono vicini alla media nazionale (68%).

L’82% dei liberali, al contrario del 48% dei conservatori, vuole vedere la marijuana resa legale, con uno stacco di 34 punti percentuali.

I conservatori sono uno dei pochi sottogruppi ad esprimere un sostegno inferiore alla legalizzazione della marijuana.

Le opinioni dei moderati (72%) sono più vicine a quelle dei liberali che non dei conservatori.

Età e generazione

Parlando in generale, i giovani sono più propensi degli anziani ad una legalizzazione della marijuana. Questi numeri comprendono l’81% degli adulti di età inferiore ai 30 anni e l’80% del sottogruppo dei Millennials, costituito da tutti quei giovani che sono nati tra il 1980 e il 2000.

Al contrario meno della metà degli anziani (49%) è a favore della depenalizzazione della marijuana e la percentuale è persino inferiore – 40% – tra gli adulti nati nel 1945 o negli anni precedenti.

I baby boomer e i membri della Generazione X sono vicini alla media nazionale, con risultati che vanno dal 61 al 63%.

Etnia

La maggior parte dei principali sottogruppi etnici residenti negli Usa approvano la legalizzazione della marijuana, ma i neri sono molto più favorevoli dei bianchi, mentre gli ispanici lo sono di meno.

Religiosità

Gli americani che frequentano la Chiesa o un gruppo religioso sono tra i sottogruppi con minori probabilità di dire che la marijuana dovrebbe essere legalizzati negli Stati Uniti (42%).

Quelli che la frequentano di rado, o mai, sono tra i più favorevoli (77%), mentre quelli che la frequentano di tanto in tanto si attestano nella media nazionale (63%).

Legalizzazione della marijuana negli Usa: implicazioni

cannabis legale sondaggio usa

Gli americani sono passati rapidamente a sostenere la marijuana legale nell’ultimo decennio, dopo aver costantemente espresso una feroce opposizione per più di quarant’anni.

Tuttavia sembra che per il momento gli aumenti del sostegno alla marijuana legale si siano arrestati, senza che questa percentuale abbia spinto la legalizzazione della cannabis in tutti gli stati americani entro la fine del 2019.

Malgrado ciò, considerate le differenze generazionali, è probabile che la percentuale che sostiene la legalizzazione dell’uso della marijuana continuerà ad espandersi negli anni a venire.

Anche se per il momento il sostegno si è stabilizzato, rimane solidamente al di sopra del livello della maggioranza, creando un ambiente di opinione pubblica che favorisce un maggior numero di stati che stanno adottando politiche a favore della marijuana.

Difatti, sebbene la maggior parte degli stati americani ammetta l’uso della marijuana per fini terapeutici, la cannabis rimane illegale secondo quanto riportato nella legge federale.

I candidati democratici alla presidenza, generalmente, favoriscono la legalizzazione della cannabis in qualche forma in linea con le opinioni della sinistra.

Joe Biden deve ancora abbracciare la legalizzazione, ma sostiene già la depenalizzazione della cannabis e dichiara di voler lasciare ai singoli stati l’ultima parola in merito alla legalizzazione, o no, della marijuana.

La preferenza del presidente Donald Trump invece non è chiara, anche se pure il repubblicano è d’accordo sul lasciare ai singoli stati la libera scelta sulle politiche da adottare.

Anche se sembra alquanto improbabile che Trump cambi la legge federale per legalizzare, o depenalizzare, la cannabis prima che finisca la sua presidenza, è probabile che un futuro presidente americano lo farà già nei prossimi anni.