L’olio di CBD è stato classificato come stupefacente in Italia e, per di più, i funzionari hanno simultaneamente bandito il composto dal mercato italiano.

Sulla base di un decreto recente, emanato dal Ministero della Salute, il CBD è stato ufficialmente aggiunto all’elenco delle droghe del nostro Paese.

Un ordine separato dall’Agenzia Italiana delle Dogane e dei Monopoli, che è seguito rapidamente, ha avvertito i rivenditori “di non trattenere, né vendere, infiorescenze (fiori), oli, resine o altri prodotti contenenti sostanze derivate dalla cannabis sativa.”

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Italiana, il decreto aggiunge l’olio di CBD alla tabella delle droghe del nostro paese come “composizione per somministrazione orale di cannabidiolo (CBD) ottenuto da estratti di cannabis”.

Servirà l’autorizzazione per avere (e produrre) l’olio di CBD in Italia

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Il decreto specifica inoltre che l’olio di CBD per uso orale, estratto dalla cannabis, non solo si trova nella tabella delle droghe, ma può essere prodotto solo con l’autorizzazione dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Pertanto, anche gli oli di CBD già presenti sul mercato, per un uso non definito, sono illegali.

Questa mossa, oltre a questo, ha già creato un altro problema non da poco in Italia.

Il Ministero dell’Agricoltura, di recente, ha emesso un decreto separato, che elencava i fiori di canapa per “usi estrattivi” come prodotto agricolo e non come droga.

L’Epidiolex è pronto per entrare sul mercato e il Ministero della Salute è corso ai ripari

Gli osservatori hanno notato che il decreto, che stabilisce lo status di stupefacente per l’olio di CBD in Italia è, in parte, una mossa preventiva contro l’introduzione dell’Epidiolex, un farmaco a base di CBD il cui produttore, la GW Pharmaceuticals, ha già richiesto l’autorizzazione per iniziare a vendere quel prodotto sul mercato italiano.

La GW, un’azienda farmaceutica con sede nel Regno Unito, sta lentamente espandendo la sua distribuzione di Epidiolex in Europa, con implementazioni in corso anche in Inghilterra, in Germania, in Spagna e in Francia.

L’Epidiolex è risultato efficace nei pazienti che soffrono di sindrome di Dravet e di sindrome di Lennox-Gastaut, due forme debilitanti di epilessia.

La GW ha fatto la storia della cannabis quando, nel 2018, ha ottenuto l’approvazione dalla Food & Drug Administration (FDA) statunitense per l’Epidiolex, rendendolo di fatto il primo farmaco su prescrizione derivato dalla cannabis ad ottenere l’approvazione federale negli Stati Uniti.

E la cannabis da fumo?

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Resta da vedere cosa accadrà in Italia con la cannabis da fumo, visto che è a base di fiori di cannabis (infiorescenze), e quindi non estratta, dopo l’ordine di stop alla vendita arrivato dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Venduta sotto forma di sigarette pre rollate oppure sfusa in sacchetti, la canapa da fumo è cresciuta rapidamente in popolarità in Italia e in Svizzera negli ultimi due anni.

Le infiorescenze di canapa possono contenere anche semi di canapa, tecnicamente legali in Italia, e quindi suscitando ancora (per l’ennesima volta) un’ulteriore potenziale confusione sotto il punto di vista legale.

Secondo un rapporto pubblicato all’inizio di quest’anno dal Foreign Agricultural Service del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, circa l’80% della produzione italiana di canapa è in sementi alimentari.

Nubi all’orizzonte per l’olio di CBD in Italia (e nel resto dell’Europa)

L’inserimento dell’olio di CBD nella lista delle droghe stupefacenti in Italia è solo l’ultimo di una serie di segnali, alquanto inquietanti, che di recente hanno cominciato a farsi sentire in Europa per quanto riguarda l’olio di CBD e altri estratti a base di canapa.

La Commissione Europea, all’inizio di quest’anno, aveva emesso una “conclusione preliminare” in cui dichiarava che gli estratti di canapa, olio di CBD incluso, devono essere considerati stupefacenti.

Mentre le parti europee interessate – che sono state colte di sorpresa dalla decisione della CE arrivata lo scorso luglio – sono note per respingere qualsiasi conclusione della Commissione, finora ci sono state poche indicazioni che stiano avendo successo.

Coloro che hanno interessi europei sulla canapa, peraltro, hanno già detto che, se la Commissione Europea non cambierà la sua posizione sugli estratti, ciò si tradurrà presto in un drastico effetto negativo sul settore dell’olio di CBD e sull’industria della canapa in generale.