Di fronte alla Convenzione Nazionale Democratica di Milwaukee, praticamente tutti i candidati democratici alla presidenza hanno espresso il loro sostegno alla legalizzazione della cannabis, una nuova posizione per la maggior parte di loro.

La posizione sulla marijuana di Bernie Sanders

Solo pochi anni fa, solo una piccola parte degli eletti sosteneva la marijuana, il primo dei quali fu Bernie Sanders. All’inizio del 1972 Sanders era già in prima linea per sostenere i diritti dei cittadini americani a consumare marijuana.

Rispondendo ad una domanda che gli era stata posta in qualità di governatore del Vermont, in un articolo, che all’epoca fece scalpore, scrisse chiaramente:

“Potrei chiedere al signor Sanders se abbia mai fumato marijuana? Stranamente, malgrado tutte le volte in cui ho parlato della necessità di legalizzare la marijuana, quella era la prima volta che mi veniva posta direttamente questa domanda. E io ho detto, “Sì, ho fumato marijuana.”

Per decenni Sanders è stato l’unico, tra gli attuali candidati democratici alle presidenziali, a sostenere la marijuana attraverso iniziative come la co-sponsorizzazione di una legge sulla marijuana medica (questo già nel 1996).

Fu necessario aspettare fino ai primi anni 2000 prima che altri offrissero un tentativo incerto di sostegno alla riforma della cannabis – in particolare Cory Booker, Mike Gravel e Beto O’Rourke.

Poi, mentre le elezioni presidenziali del 2016 incombevano e i sondaggi riportavano che il 50% degli americani era a favore di una riforma sull’uso della cannabis, sempre più politici hanno iniziato a dichiararsi favorevoli.

Steve Bullock ed Eric Swalwell sono stati tra i primi a mostrare un aperto sostegno e prima ancora che lo facessero anche Elizabeth Warren e Kamala Harris.

La Medical Marijuana Inc. (MJNA), una compagnia che si occupa di marijuana e canapa, di recente ha pubblicato una cronologia e una guida dedicata alla posizione dei candidati alle presidenziali sulla marijuana.

In essa è mostrato chiaramente che, dopo la vittoria di Donald Trump del 2016, le cateratte si sono aperte e un’ondata di sostegno per la riforma della marijuana ha colpito il Partito Democratico.

La tendenza politica sembra seguire da vicino l’opinione mutevole del popolo americano in materia.

I sondaggi di Gallup riportano che il sostegno alla legalizzazione della marijuana ha raggiunto il massimo storico del 66% verso la fine del 2018.

Due candidati fuori dal coro: Trump e Biden

biden trump marijuana

Nonostante l’atteggiamento positivo quasi unanime sulla legalizzazione della cannabis tra i democratici, c’è un candidato che si è rifiutato chiaramente di cambiare la sua posizione: Joe Biden.

Anche se l’ex vice presidente di Barack Obama ha detto che nessuno “dovrebbe andare in prigione solo perché fuma o possiede marijuana”, preferisce una decriminalizzazione della stessa piuttosto che la sua legalizzazione, come ha dichiarato più volte.

“Biden era il motore trainante dietro la guerra contro la droga in America”, afferma MJNA. “Biden ha sponsorizzato e votato costantemente per una legislazione sempre più pesante nei confronti delle droghe. Ha presentato una proposta di legge relativa alla confisca dei beni civili per chi coltiva la canapa indoor, ha eliminato la possibilità di cauzione per le persone accusate di determinati reati di droga e ha imposto al Dipartimento della Giustizia di combattere “aggressivamente” tutti i trasgressori delle leggi sulla droga.”

Dall’altro lato dello spettro politico, anche Donald Trump appare anomalo per diversi motivi. Andando contro le credenze tipicamente conservatrici, il presidente ha firmato la Farm Bill del 2018, riammettendo così la canapa tra le merci agricole.

E, durante la campagna del 2016, ha dichiarato formalmente di essere “a favore della marijuana per scopi medici al 100%.” Ha anche detto “Questo dovrebbe essere un problema statale, che dovrebbe essere affrontato stato per stato.”

Più recentemente, il presidente ha ammesso che avrebbe “probabilmente” appoggiato lo States Act, una legge bipartisan che consente agli stati di scrivere le proprie politiche in merito alla coltivazione e al consumo di marijuana.

Come tale, la sua posizione è più vicina a quella di Elizabeth Warren, che ha sponsorizzato lo States Act, e la cui posizione sulla riforma della cannabis è molto più progressista rispetto a quella di Biden.

Tuttavia Trump ha anche inviato dei segnali contrastanti in merito alla sua posizione sulla legalizzazione della marijuana. Per esempio, con la nomina di persone come Jeff Sessions per il suo gabinetto presidenziale, è diventato un convinto oppositore della riforma della cannabis.