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La tassazione sulle sigarette elettroniche, con o senza nicotina, è un argomento scottante, in Italia come nel resto d’Europa. Nel bel paese, per esempio, i liquidi contenenti nicotina sono sottoposti ad un’ulteriore tassa di 3,85 euro ogni 10 ml, oltre a quelle che saranno imposte da maggio dalla TPD (Tobacco Products Directive) di cui abbiamo già parlato in un articolo precedente.
Ogni paese ha però la sua tassazione. Per esempio in Finlandia (il primo paese europeo che sta tentando di diventare totalmente smoke-free entro il 2040) è prevista un’imposta di 3 euro ogni 10 ml di liquido indipendentemente dalla presenza di nicotina; in Grecia a partire dal primo di luglio 2016 l’Iva è stata incrementata di un punto percentuale; in Ungheria da gennaio sono stati inseriti 2 euro di tassazione ogni 10 ml di liquido con e senza nicotina; in Lettonia la tassazione viene quantificata in base sia al contenuto di nicotina che alla quantità di liquido e così via.
Il Portogallo controcorrente
In Portogallo invece la tassazione fino a poco tempo fa era molto elevata: 6 euro per 10 ml, una delle più alte nel vecchio continente. Ma da qualche tempo questo Stato ha deciso di cambiare rotta! Infatti, a fronte di un’estensione del divieto di vaping nei luoghi aperti al pubblico, il Portogallo ha abbassato l’imposizione fiscale di oltre il 50 per cento. La tassa è passata così da 0,618 euro per millilitro a 0,3 euro per millilitro, una forte diminuzione!
Questo significa, dunque, che un flacone da 10 millilitri (dimensione massima prevista dalla Direttiva europei sui tabacchi) sarà tassato a 3 euro, mentre prima superava i 6. La normativa portoghese non prevede differenze nella tassazione proporzionali alla nicotina contenuta nella ricarica ma la allinea ad un’unica somma, non sarà quindi una discriminante il quantitativo di nicotina.
Il governo portoghese però, per ovviare al minor introito derivante dalla diminuzione sulla tassazione delle sigarette elettroniche, ha innalzato quella sul tabacco classico: ogni pacchetto di sigarette, a partire da febbraio di quest’anno, costa 10 centesimi in più (aumento a cui in Italia siamo abituati e che si ripropone ogni decade).
Questa iniziativa probabilmente è stata messa in atto per spingere gli attuali fumatori a passare alle sigarette elettroniche che in alcuni casi possono essere d’aiuto per iniziare gradualmente a smettere (forse proprio per questo la decisione di tassare uniformemente i liquidi con diversi quantitativi di nicotina)
Fino a poco tempo fa però il Portogallo era il paese, insieme all’Italia, con la più alta tassazione per le e-cig: questo aveva comportato un’esplosione del mercato nero e una massiccia compravendita di prodotti online, su siti esteri (che non applicano le imposte), come del resto è accaduto anche da noi.
Cosa deriva da una tassazione eccessiva?
Tra i fenomeni più forti ci fu, come in Italia, quello dell’acquisto di liquidi ad alta concentrazione di nicotina con successiva diluizione “fai da te”. Questo metodo è si più economico, ma sappiamo anche che può presentare dei rischi per i consumatori: il fai da te non è mai una buona idea quando si tratta di sostanze di questo genere.
Tale fenomeno per altro di certo non vedrà la sua fine con l’ingresso della TPD a causa della totale assenza di controlli della legge. L’acquisto online sui siti esteri infatti sarà vietato, ma sarà anche difficilissimo controllarlo!
In Portogallo le e-cig vengono vendute direttamente dai tabaccai, a differenza che in Italia dove le possiamo trovare solo nei negozi specializzati: proprio per questo lì possono rappresentare il primo punto di accesso per il fumatore che voglia provare una sigaretta elettronica, oltre che un ulteriore introito per le attività.