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Abbiamo spesso parlato dell’impatto del CBD in ambito medico, farmaceutico e cosmetico. Un settore che sta crescendo in maniera vorticosa, quello dei prodotti a base di cannabidiolo, anche secondo quanto raccolto dall’IMARC Group che ha stimato un +23% tra il 2021 e il 2026.
L’olio di CBD è solo un esempio dell’utilizzo di questa pianta derivata dalla canapa, perché nel mercato cominciano a esistere una vasta gamma di prodotti terapeutici e di benessere realizzati col CBD.
Pensiamo a capsule, orsetti gommosi, lozioni e creme solari, legalmente venduti nei negozi di tutta Europa, Monte Carlo compreso, o che possono essere ordinati online.
Purtroppo, c’è ancora molo clamore intorno al CBD e il motivo è tutto nel suo essere un derivato della pianta di canapa. A differenza del THC, però, il cannabidiolo è un composto chimico perfettamente innocuo, non psicoattivo e che non ha effetti rilevanti sul nostro organismo.
I benefici del CBD
Il successo di questo derivato della canapa è dettato dal fatto di alleviare i sintomi di una varietà di malattie. Può essere utilizzato, infatti, per combattere ansia e depressione, ridurre lo stress nei pazienti PTSD (affetti da stress post-traumatico), migliorare la qualità del sonno, combattere infiammazione e dolore a essa associato.
Se in passato il CBD poteva essere visto come una moda passeggera, oggi non è più così e lo conferma anche una ricerca di Research and Markets. Gli analisti hanno previsto, infatti, che il mercato globale della sostanza crescerà da 967,2 milioni di dollari nel 220 a 5,3 miliardi entro il 2025.
Di questi numeri, l’Europa sarà probabilmente tra i mercati chiave, in una corsa a due che la vedrà in competizione solo con il Nord America.
Un mercato de-regolamentato
La maggior parte dei prodotti CBD disponibili sul mercato (online e offline) non sono regolati da nessuna organizzazione medica. L’unico vero regolamento da rispettare è che questi prodotti non contengano THC e altri cannabinoidi che provochino alterazioni della mente.
La crescita dell’utilizzo di CBD anche nell’industria alimentare e delle bevande ha portato una richiesta sempre più importante di questa pianta. Ecco, quindi, che la Commissione europea probabilmente voterà a novembre un aumento del livello massimo di THC negli alimenti derivati dalla canapa con una tolleranza che si attesterà fino a 10,8mg/kg.
Bisognerà trovare una strada anche per i prodotti fumabili al CBD. È storia del 2020, infatti, la condanna a 18 mesi di prigione di alcuni produttori di sigarette elettriche a base di cannabidiolo della Repubblica Ceca per aver venduto il loro prodotto in Francia.
La sentenza è stata poi ribaltata dalla Corte di Giustizia Europea che ha dichiarato questa decisione illegale perché il CBD non è considerato una sostanza illecita nell’UE e può essere, quindi, legalmente prodotto e commercializzato.
CBD in ambito farmaceutico
Dal punto di vista della regolamentazione, anche il mondo farmaceutico dovrà fare i conti con un mercato che entro il 2025 dovrebbe raggiungere l’1,8 miliardi di euro.
Merito di una pianta che ha effetti benefici su una vasta gamma di malattie, che non ha effetti sull’organismo e che non stordisce come il THC.
Tra questi, ci sono due esempi di prodotti non regolamentati, non riconosciuti o controllati che sono stati approvati dalla US Food and Drug Administration: Epidiolex e Sativex.
Il primo farmaco contiene CBD puro ed è usato nei bambini con grave epilessia resistente al trattamento, mentre il Sativex è un mix 50:50 di CBD e THC ed è raccomandato contro la spasticità nei pazienti con la sclerosi multipla.
Il CBD può essere una valida alternativa in un mercato, quello del dolore che oscilla tra i 53 e i 72 miliardi l’anno, attualmente dominato dai farmaci oppioidi.
Insomma, la linea di fondo è quella di uscire da questo “alone” di illegalità che circonda il CBD per integrarlo sempre di più nel mercato alimentare, farmaceutico e ospedaliero.